Centro Culturale Livia Bottardi Milani

Donne in libertà

Donne in Libertà 2019 - Concorso fotografico a premi

Concorso fotografico 3a edizione

DONNE IN LIBERTÀ

“La violenza contro le donne: ricorrente o episodica, subita e agita, origini e conseguenze”

 

FOTO PRESENTATE E OPERE PREMIATE


Opere ammesse

Le opere ammesse sono state 8:

Stop silence di Bartoli Luca, Rosignano Solvay (LI)
Quello che la violenza nasconde di Caleffi Emanuele, Luzzara (RE)
Il grido silenzioso di Favaretto Marco, Monselice (PD)
Bambole di Godin Ketty, Grantola (VA)
Origine di Guadalupi Andrea, Brindisi (BR)
Radice di Ronza Angela, Gonzaga (MN)
Fuga nella notte di Werther Vicini, Cesena (FC)
Se questo è un uomo di Vincenzi Denise, Pegognaga (MN)


 

Stop silence

Stop silence di Bartoli Luca, Rosignano Solvay (LI)

Quello che la violenza nasconde

Quello che la violenza nasconde di Caleffi Emanuele, Luzzara (RE)

Il grido silenzioso

Il grido silenzioso di Favaretto Marco, Monselice (PD)

 

Bambole

Bambole di Godin Ketty, Grantola (VA)

Origine

Origine di Guadalupi Andrea, Brindisi (BR)

Radice

Radice di Ronza Angela, Gonzaga (MN)

 

Fuga nella notte

Fuga nella notte di Werther Vicini, Cesena (FC)

Se questo è un uomo

Se questo è un uomo di Vincenzi Denise, Pegognaga (MN)

 

 


 

Terzo posto

Quello che la violenza nasconde di Emanuele Caleffi
 
Il volto di una giovanissima donna viene opacizzato da un vetro coperto con un velo di colore sottile ma quasi uniforme, che rende l’immagine di una violenza quotidiana, costante, che annulla, e che può essere diretta ma pure indiretta, quella subita come testimone, come una figlia che riflette quella inflitta alla madre. Un tratto violento e intenso di colore sugli occhi impedisce di vedere e di essere vista e riconosciuta; un altro, rosso, in corrispondenza della bocca socchiusa, che sembra appena accennare una parola, cola come sangue. Resta la speranza che quei segni possano essere cancellati, puliti da quel vetro o che esso possa essere rotto, liberandola, finalmente. L’opera è ben costruita, con un buon uso del colore e degli effetti.

Quello che la violenza nasconde

Quello che la violenza nasconde, di Emanuele Caleffi, vince una cornice digitale

 


 

Secondo posto

Se questo è un uomo di Denise Vincenzi
 
Fotografia originale e di impatto: un uomo che mette paura senza che ci sia neppure bisogno di vederne gli occhi. Il vestito elegante, il polsino inamidato sulla mano virile, la fede nunziale sono elementi che ritraggono l’uomo apparentemente ‘perfetto’, irreprensibile, sicuro, capace. Il dito che ordina il silenzio, portato in primo piano, e il viso rubizzo, senz’altro alterato, rivelano il vero volto, quello del carnefice che, dopo aver inflitto violenza, intima anche il silenzio. La fotografia è realizzata con molta cura dei particolari, anche nell’uso del colore e delle proporzioni.

Se questo è un uomo

Se questo è un uomo, di Denise Vincenzi, vince una Memoria esterna USB da 2 Tb

 


 

Primo posto

Il grido silenzioso di Marco Favaretto
 
La casa squallida, come anche una reggia può diventare quando è abitata dall’odio, la luce che a fatica entra dalla finestra rotta ma comunque chiusa, la paura che si legge nello sguardo, le mani pigiate contro la bocca e fino agli occhi a soffocare ogni grido e respiro: l’opera esprime in modo molto diretto la condizione della donna vittima di violenza, che troppo spesso non riesce neppure a parlarne, costretta a vivere un orrore muto. Il bianco e nero favorisce il risultato. L’immagine è tecnicamente ben fatta, equilibrata, pulita, distinto il primo dal secondo piano.

Il grido silenzioso

Il grido silenzioso, di Marco Favaretto, vince un Proiettore portatile con connessione bluetooth per smartphone

 


 
 

 

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